I Cicloni Mediterranei : nascita e sviluppo

Tropical Like Cyclones: how to born and to develop

Di Enrico Paci


Fra i fenomeni più rari e violenti che si possano verificare sul Mediterraneo e quindi sull’Italia i cicloni mediterranei sono un fenomeno meteorologico ancor oggi poco conosciuto ed in alcuni casi sottovalutato.

Cicloni mediterranei, in senso lato, sono spesso chiamate le più intense depressioni, caratterizzate dalla presenza di un occhio, privo di nubi, ben delimitato e da venti particolarmente intensi. Non mancano associati a questi cicloni anche intense precipitazioni spesso a carattere di rovescio o temporale e particolarmente intense. In letteratura questi fenomeni meteorologici sono spesso chiamati "bombe meteorologiche".
Ma occorre fare alcune distinzioni sostanziali, sia riguardo alla morfologia, sia alla genesi.

I veri e propri CICLONI MEDITERRANEI, detti anche TLC (Tropical Like Cyclones, cioè Cicloni di tipo Tropicale) sono in tutto e per tutto simili a quelli delle zone tropicali.
Si caratterizzano morfologicamente per una struttura a spirale delle nubi, con un occhio molto ben delineato e persistente, circondato da una muraglia di nubi torreggianti e con moti di aria calda discendente all’interno. Il vento supera, almeno in prossimità di questa muraglia i 130 km/h e sono presenti violente, persistenti ed abbondanti piogge a prevalente carattere temporalesco.
La loro origine, come quella degli uragani tropicali, è da ricercarsi nell’eccesso di energia termica accumulata sopra il mare che viene rapidamente trasformata in energia cinetica, in altre parole in un intenso moto vorticoso dell’aria, con minima dispersione in moti traslazionali, essendo una struttura quasi isolata.

Il periodo dell’anno in cui si possono verificare è quello in cui la temperatura superficiale dei nostri mari è più alta ed idealmente dovrebbe essere uguale o superiore a 26°C condizione che avviene normalmente tra agosto e settembre sullo Ionio, sul basso Tirreno e sul canale di Sicilia, ma possono formarsi in ogni modo tra maggio e gennaio se altre condizioni sono favorevoli.

La loro origine come è detto è sul mare e la più alta frequenza si registra sullo Ionio, sul basso Tirreno, sul Canale di Sicilia, sul Mar Libico, sul Mare di Sardegna e sul medio Adriatico.
Condizione necessaria per la loro nascita è la presenza di aria molto calda e prossima alla saturazione nei bassi strati, sopra la superficie del mare. Per innescare però la liberazione dell’energia in eccesso è necessaria la formazione di un’area di convergenza nei bassi strati che determini la nascita di moti ascensionali e quindi di una piccola depressione al suolo; tale situazione si può presentare per la presenza di un vortice isolato in quota (cutoff ) o per il passaggio di un ramo del getto polare in quota, o per la presenza di un gradiente termico verticale fortemente superadiabatico o per una qualunque area di discontinuità frontale quasi stazionaria che si crei al livello del mare.

Figura 1- Principali luoghi di genesi dei Cicloni Mediterranei e traiettorie prevalenti

L’ascesa dell’aria, se non ostacolata da alte pressioni dinamiche con moti discendenti, causa il raffredamento, per espansione adiabatica, e, quindi, la condensazione del vapore d’acqua in essa contenuto, ma, come è noto, la condensazione libera il calore latente di evaporazione, che è il calore che l’acqua aveva assorbito in precedenza per evaporare, prendendolo dall’energia solare. Questo calore si aggiunge al calore già presente nell’aria calda e determina un’ulteriore ascesa dell’aria che continua finchè non viene raggiunto il livello di congelamento, dove si libera ulteriore calore latente di fusione…

Tutto ciò se l’energia iniziale è sufficiente, se il rifornimento di vapore continua (persistenza sul mare) e se persistono le condizioni che favoriscono l’ascesa dell’aria, causa la formazione di un vortice: a questo punto il vortice funziona come una pompa aspirante che continua a risucchiare vapore e calore dal mare,intensificandosi sempre più,la pressione precipita a valori molto bassi (difficilmente misurabili) ed il vento raggiunge le massime intensità.

Questo è il vero e proprio Ciclone Mediterraneo un fenomeno di tipo "caldo", che trae dunque origine dai flussi termici dei bassi strati e si caratterizza sulle carte meteorologiche da una particolare evidenza nei bassi strati (in particolare ad 850 hPa ed al suolo), mentre tende a scomparire alle alte quote. E’ inoltre caratterizzato da un nocciolo caldo al suolo (invece che freddo) come avviene nei più comuni cicloni extratropicali (che nella fase di maturità sono caratterizzati da aria calda in quota).

La vita media di un TLC è di 2-3 giorni al massimo, ma molto spesso nel giro di 24-36 ore il fenomeno si esaurisce.

E’ da notare che non sono mai stati registrati casi di veri cicloni mediterranei che si siano abbattuti,nel pieno della loro forza, su zone densamente abitate, caso che sarebbe quanto mai drammatico, anche se almeno in linea teorica tali vortici perderebbero gran parte della loro energia per quanto già detto in precedenza. Non mancano in ogni modo dei casi (ottobre 1996: alluvione di Crotone e maggio 1999: alluvione di Sarno) in cui si sono avuti intensi fenomeni associati all’esaurimento di un TLC o ad un sua incipiente nascita.

Un altro tipo di violente tempeste di tipo vorticoso, rare ma più frequenti sul Mediterraneo e che spesso sono confuse con i TLC sono le cosiddette MPL (Mediterranean Polar Low),così chiamate per la loro rassomiglianza con strutture ben note che si sviluppano sul mare Artico vicino alla banchisa polare. Esse traggono origine dalla notevole instabilità nei bassi strati dell’atmosfera dovuta all’aria gelida che scorre dalla banchisa ghiacciata sopra il mare relativamente caldo per la corrente del Golfo,il che genera violenti moti ascensionali dell’aria.

Nel Mediterraneo fenomeni di questo tipo si formano talvolta quando ha luogo un’intensa irruzione di aria molto fredda e secca da nordest, che,scavalcando catene montuose, si trova a scorrere sopra uno strato d’aria calda e umida sovrastante il mare; la nascita del ciclone può essere innescata semplicemente dal preesistente centro di bassa pressione o da un minimo secondario al suolo che crea le premesse per la convergenza d’aria nei bassi strati, la quale poi si accentua sempre più data l’instabilità verticale ed il calore latente in gioco.

I luoghi più comuni di questi fenomeni sono lo Ionio ed il Basso Tirreno: in entrambi i casi l’aria fredda giunge sul mare passando sopra alte montagne che sono quelle della Grecia e dell’Albania nel primo caso e l’Appennino Calabro- Lucano nel secondo.


Figura 2- Esempio di MPL del 13 gennaio 1995 ripreso alle 14.30 ora italiana. E’ possibile osservare la tipica forma spiraleggiante con il tipico "occhio" (Immagine Meteosat canale visibile).