Il tornado di Fagagna (Udine) del 26 marzo 2001. Cenni sull'origine della rotazione dei temporali a supercella.


Foto e testimonianaza di Cristian Kompare
A cura di Mauro Giovannoni

Le foto che vengono mostrate in questa pagina si riferiscono ad una tromba d'aria abbattutasi il 26 marzo 2001 sulle campagna vicino a Fagagna. Per una maggiore comprensione dell'evento viene proposta anche la diretta e lucida testimonianza dell'autore delle immagini.

"La giornata del 26 marzo 2001 per me e' stata davvero significativa perche' per la prima volta ho assistito alla formazione di un tornado e, vista la mia grande passione per questo fenomeno naturale, sono stato ripagato per la lunga attesa di vederne uno. In quel giorno mi sono messo a sistemare il giardino di casa mia, io abito a Villalta di Fagagna un paesino a dieci kilometri da Udine. Il cielo è sempre stato molto variabile: per tutto il pomeriggio si vedevano dei cumoli a sud che si spostavano verso ovest e verso est ma da arrivare da me non se ne parlava ed io cosi continuavo a fare il mio bel giardino.Verso le 17 sono cominciati ad arrivare dei cumolonembi in direzione nord-nord-ovest con una certa velocita' e consistenza. L'aria si era fatta piu fresca, saranno stati circa 13-14 gradi, ma tendeva a cambiare molto velocemente di qualche grado, c'era una forte instabilità giunta da nord con un fronte freddo che, confluendo con il vento di libeccio, stava per scatenare un bel temporale.
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La cosa che ha cominciato a stupirmi era il fatto di vedere queste nubi in avvicinamento molto veloci, io penso che debbano avere avuto una velocita' di oltre 100km orari. Si notava la diversa direzione delle nubi, non arrivavano tutte dalla stessa direzione era come se si intrecciassero tra di loro. Io in quel momento stavo guardando molto attentamente l'alternarsi di queste correnti commentandole con mio fratello. Ha cominciato a stupirmi un ammasso di nubi che a differenza delle altre, era quasi fermo. La prima cosa che ho detto a mio fratello David era quella di avere un sesto senso che mi diceva che stava per succedere qualcosa, magari la formazione di un tornado.
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Ed era proprio vero, lì davanti ai nostri occhi quella nube strana, quasi ferma, ha cominciato a ruotare ad allungarsi prendendo forme di imbuto da grosso a sottilissimo. Malgrado le nubi corressero, il tornado era quasi fermo, tendeva a spostare solo la parte terminale. Vi posso garantire che era stupendo vederlo lì, vicino a me, a pochi km di distanza, non ho neanche pensato di mettere al riparo la mia macchina e magari me stesso, mio fratello uguale a me, non ci siamo preoccupati di nulla, solamente di non perderci nemmeno un attimo di quello spettacolo.
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La durata del tornado è stata breve, dai 4-5 minuti al massimo, dopodiche' si è ritirato dissolvendosi velocemente, lasciandoci un po dispiaciuti della durata breve dell'evento. Il dubbio era se il tornado avesse toccato il suolo. Dubbio che poi ci siamo tolto alcuni giorni dopo: il tornado per un breve momento aveva toccato un campo vicino a Fagagna senza fare danni a nessuno. Dopo alcuni minuti ha cominciato a grandinare con piccoli chicchi che, dopo poco, hanno lasciato spazio alla pioggia. Le foto che ho scattato vi possono dare una realta' piu concreta di questo evento e sono sicuro che le troverete molto suggestive.
Cristian Kompare."

Fig._1 Pilotate da una vasta area depressionaria presente su Ungheria e Romania, 2 linee di instabilità si muovono verso l'Adriatico Settentrionale nelle prime ore del 26 marzo 2001.

Di grande interesse nella testimonianza di Cristian è l'osservazione del wind-shear ovvero del cambiamento della direzione del vento col crescere della quota. E' proprio questa particolare circolazione atmosferica che da l'impressione di vedere le nubi che convergono da direzioni diverse. Le nubi che si trovano a quote differenti procedono, ovviamente, nella direzione in cui spira il vento a quell'altezza, fornendo così il riscontro visivo del fenomeno. Un contesto favorevole alla formazione di trombe d'aria si ha quando nell'atmosfera ci sono moti rotatori più o meno ampi, sia verticali che orizzontali. Una situazione ideale per lo sviluppo di tornado si ha ad esempio quando il vento spira da SE al suolo, da S ad 800 m e da SW a 1.600 m. In tale condizione, ponendoci con la destra rivolta verso W e la sinistra rivolta verso E, osserveremo uno strato di nubi più basso procedere dritto verso di noi e uno più in alto che si muove (spesso più velocemente) pressappoco da destra verso sinistra. E' come se osservassimo due sfere concentriche trasparenti che scivolano l'una sull'altra da direzioni diverse.
Questa condizione è fondamentale perchè fra i due strati che scivolano l'uno sull'altro si generano grandi rotazioni orizzontali che, come dei grandi rulli invisibili d'aria, scorrono silenziosi ed innocui attraverso il territorio. Questi larghi movimenti rotatori orizzontali possono formarsi anche se i venti a diverse quote spirano dalla stessa direzione ma con intensità via via crescente con l'altezza. Il vero problema sopraggiunge quando per un qualunque motivo si generano moti convettivi e successivamente dei temporali. Le correnti ascendenti e discendenti generate da un cumulonembo in formazione possono letteralmente radrizzare secondo un asse verticale i grandi cilindri in rotazione. Tali moti rotatori vengono cioè assorbiti dalla corrente ascensionale di un temporale e fanno si che essa cominci a ruotare minacciosamente. La rotazione si rafforza nel temporale e si organizza divenendo più stretta ma molto più intensa. Il movimento a spirale si propaga verso l'alto e verso il suolo: è nato un mesociclone. La supercella che lo contiene ed i tornado ad essa associati costituiscono un grave pericolo per le persone e le cose. Anche nella formazione dei tornado non-mesociclonici i vortici dell'atmosfera sono fondamentali.

Fig._2
Nel momento dell'osservazione della tromba una potente cella temporalesca oscura i cieli dell'alta provincia di Udine

Il tornado esaminato in questa pagina ha colpito il Fiuli insolitamente presto. L'evento si è sviluppato al termine di una stagione invernale molto calda in cui hanno dominato correnti atlantiche umide e temperate.

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