Il tornado di Terracina del 14 settembre 1997: nozioni sulla natura e la classificazione delle trombe marine.

Foto e testimonianaza di Paolo Antonio Pazienza
A cura di Mauro Giovannoni

Un tornado che si forma sul mare o che si sposta sulla sua superficie viene chiamato tromba marina.

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Le trombe marine sono un fenomeno abbastanza comune e poco intenso. Spesso si associano a fronti freddi o linee di instabilità e se ne possono osservare contemporaneamente più di una (anche decine nello stesso campo visivo).
Capita però a volte che dei temporali a supercella si formino al largo e si spostino verso la terraferma. In queste rare circostanze, alla base della tempesta, si formano delle potenti trombe marine. La loro genesi è identica a quella dei forti tornado mesociclonici e i loro effetti sono altrettanto devastanti per le zone costiere.
Nella stagione autunnale il Lazio, e soprattutto la provincia di Latina, possono essere colpiti da questo tipo di fenomeni, data la particolare posizione geografica della regione e la sua orografia.
Il litorale di Latina fu spazzato da un F3 nel 1991. Pochissime trombe marine che approdano sulla terra possono raggiungere una tale intensità.
In questa pagina vengono mostrate delle rarissime immagini di una tromba marina discendente da un temporale a supercella che si avvicina a Terracina nel settembre del '97. L'imbuto appare molto grande e turbolento, soprattutto nel punto di contatto con la base del cumulonembo.
Queste sono forse alcune delle foto più straordinarie di una tromba marina tornadica nel pieno della sua furia. Di seguito il racconto di Paolo Antonio Pazienza, autore delle foto.

"Mi chiamo Paolo e vorrei contrubuire alla ricerca essendo stato testimone di un evento, sicuramente spaventoso ed affascinante allo stesso tempo. Questa è la foto del fenomeno sviluppatosi intorno alle 14.20 del 14 settembre 1997 a Terracina (LT). Sono un appassionato di meteroologia, e di questi "eventi" della natura ne ho già visti altri, ma come questo ,,,,no !!!!!
Come ogni giorno d'estate svolgevo il mio turno di lavoro nel primo pomeriggio nel bar di uno stabilimento balneare della mia città (come da foto). Faceva molto caldo e l'umidità era opprimente; c'era una leggera bava di vento tra libeccio e scirocco. Era attesa una violenta perturbazione per la prima mattinata ma arrivate le 14 cominciai a scrutare il cielo in quel momento "diafano" (come sfondo foto centro sinistra). Pensai sinceramente ad un flop dei vari meteo o ad un cambiamento improvviso di traiettoria della perturbazione e continuai a lavorare. Dopo circa 20-25 minuti sentii qualche tuono, scrutai di nuovo il cielo ed a circa un miglio notai una enorme tromba marina sospinta da un altrettanto enorme cumulo-nembo.
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D'improvvisio il tempo cominciava a cambiare: il mare da poco mosso iniziava ad essere in burrasca e forti raffiche di maestrale sostiuirono il libeccio.
Sentii un assordante ronzio.
Dal mare il tornado piombò in pieno centro della città, ero a soli trecento metri dall'imbuto, l'impatto fu violentissimo, detriti per ogni parte.
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Appena passato si presentava uno scenario raccapricciante: pattini scagliati anche a 500 mt, due macchine rovesciate e trascinate per metri, ombrelloni e sdraie lanciate anche ad un chilometro di distanza, muretti di cemento semidistrutti, alberi di media grandezza sradicati e per finire due stabilimenti balneari in muratura completamente distrutti.
Penso, dalla sua potenza, che sia stato un F2".


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La condensazione prodotta da una tromba marina è solitamente molto maggiore di quella di un tornado, specialmente se esso è di debole intensità. Questo fenomeno è dato dalla maggiore umidità presente in prossimità della superfice marina rispetto alla terraferma. E' per questo che, ad esempio, tornado molto deboli non danno origine a condensazione, mentre una tromba marina di potenza equivalente produrrà una nube a imbuto, a volte anche incredibilmente sottile. Come tifoni in scala ridottissima le trombe marine non legate a un mesociclone vanno incontro ad un rapido decadimento appena raggiunta la spiaggia. E' proprio l'insufficienza del vapore acqueo, e la conseguente carenza di calore latente da liberare, a provocare la rapida interruzione della reazione a catena. A tutto questo va inoltre aggiunto l'effetto dell'attrito con la terraferma e gli oggetti.
Le considerazioni appena fatte non valgono naturalmente nel caso che la tromba discenda dalla nube a parete di una supercella. La circolazione della tempesta, altamente organizzata a tutte le quote, non risente purtroppo a così breve termine di simili ostacoli: essi risultano del tutto marginali rispetto al sistema e il tornado è libero di proseguire per molti minuti attraverso il territorio.

Qui sotto vengono mostrate alcune immagini che il vortice ha provocato sulla spiaggia. Classificare un tornado in base alla distruzione da esso prodotta, utilizzando la scala Fujita, risulta spesso difficile. Ad esempio i danni mostrati in queste foto sono F0 ed F1. Ma, considerando gli effetti che la tromba ha avuto nell'entroterra la stima del tornado come F2, fatta da Paolo Antonio Pazienza, è da considerarsi corretta.


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