Il tornado di Sava del 19 agosto 1976

A cura di Mauro Giovannoni


Questa immagine, assolutamente straordinaria, mostra il potente tornado abbattutosi su Sava (Taranto) il 19 agosto 1976. La fotografia e la descrizione dell'evento sone state inviate da Andrea Pisano. Il lavoro di ricerca che ha svolto è lodevole; invito tutti a visitare il suo nuovo sito dedicato alla meteorologia. Complimenti anche al prof. Antonio Aquilino autore della foto.
La disastrosa tromba d'aria ha colpito circa alle 16.30. Chiunque fosse in possesso di carte meteorologiche o immagini satellitari riconducibili all'evento è pregato di inviarle.
L' aspetto turbolento dell'imbuto (bianco nella foto perchè illuminato dal sole) e l'enorme quantità di terra e polvere sollevata lasciano pochi dubbi sull'origine mesociclonica del tornado.
Il vortice ha prodotto danni ingentissimi: le pareti esterne di alcune case crollarono e un'automobile fu ritrovata al primo piano di una casa. Gli effetti descritti permettono di classificare il tornado nel grado F3 della scala Fujita con velocità del vento compresa fra 250 e 330 Km/h.
La Puglia, specialmente nella sua parte meridionale, è esposta in estate a fenomeni atmosferici violenti legati all'insorgere di temporali a supercella. Questi si formano quasi sempre per la discesa di aria continentale fresca e secca dai Balcani. La massa di aria continentale, nel suo incedere, richiama dal Golfo di Taranto aria marittima calda e molto umida. Le elevate temperature che si registrano spesso nella zona rendono il contrasto ancora più esplosivo. Inoltre la conformazione pianeggiante del territorio inibisce il dissolvimento per attrito dei mesocicloni e degli eventuali tornado che si formano alla loro base. La concomitanza di tutti questi fattori è molto simile, anche se in scala ridotta, a quella che si ha in primavera nelle pianure del Midwest.
La terra rossastra sollevata dal tornado, simile a quella dell'Oklahoma rende l'immagine veramente suggestiva.

Fatte tutte queste considerazioni è importante far notare che in quelle ore era presente nel Mare Adriatico un potente Ciclone Mediterraneo.

Il ciclone con il suo occhio è ben visibile nel Medio Adriatico. Queste rare perturbazioni, di cui si sa ancora pochissimo, sono morfologicamente molto simili ai cicloni tropicali (anche se in scala ridotta): nubi del tipo cumulonembo che si avvolgono intorno ad un occhio ben definito, venti spiraleggianti molto violenti. Quello che non è ancora comprensibile è come nascano queste depressioni: la temperatura superficiale del mare necessaria per permettere lo sviluppo di un uragano o di un tifone è di circa 27°C, valore molto superiore a quello che si registra in agosto sui nostri mari. I cicloni mediterranei si formano solitamente per la sovrapposizione di aria fredda e secca in quota su una superficie marina calda. Una volta formato il ciclone si svincola dalla linea di instabilità o dall'eventuale fronte freddo che lo ha generato e trae l'energia necessaria al suo mantenimento solamente dalla liberazione del calore latente proveniente dal mare. La capacità degli uragani di generare numerosi tornado (soprattutto nel quadrante anteriore destro della tempesta) è ben nota a tutti. Importante è anche notare che i tornado generati nei cicloni tropicali si formano nelle zone caratterizzate da venti di burrasca e non in quelle con venti di uragano (superiori ai 120 Km/h).
La relazione fra il tornado di Sava e questo ciclone mediterraneo non può essere ancora stabilita data l'insufficienza di dati disponibili (il ciclone al momento della foto da satellite è ancora troppo a Nord). Qualora pervengano informazioni più dettagliate verranno sicuramente illustrate.

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