La formazione dei tornado: morfologia e dinamica dei temporali a supercella

a cura di Mauro Giovannoni

1. PREMESSA

I meccanismi che portano alla formazione delle trombe d'aria sono estremamente complessi e ancora non del tutto chiariti. Negli ultimi anni però gli scienziati statunitensi, avvalendosi di tecnologie all'avanguardia e di vere e proprie armate di mezzi e veicoli, hanno svelato moltissimi aspetti sconosciuti. Durante le campagne di ricerca denominate VORTEX (Verification of the Origin of Rotation in Tornadoes Experiment) svoltesi in Texas, Oklahoma e Kansas a partire dal 1994, i ricercatori hanno intercettato e seguito un gran numero di tornado effettuando misurazioni sia da terra che dal cielo. L'attenzione è stata focalizzata sulla genesi e sullo sviluppo dei temporali che generano i tornado anche detti temporali a supercella. Caratteristica distintiva e fondamentale di queste tempeste è la loro rotazione.
Nelle pagine del sito seguiremo la nascita di questo moto rotatorio, il suo ingresso nella nube temporalesca in formazione e il suo estendersi verso l'alto e verso il basso dove, a contatto con il terreno, comincia a generare vortici di diametro ancora minore ma di incredibile potenza distruttiva noti con il nome di tornado o trombe d'aria.
Importante è per ora avere bene in mente che tutto il temporale a supercella ruota lentamente: potendo cioè osservare una ripresa accelerata del cumulonembo esso apparirebbe come un enorme cilindro in rotazione ciclonica (antioraria). Le supercelle cioè contengono un mesociclone (a volte anche due in differenti stadi di sviluppo) ovvero un ciclone a mesoscala (compreso in una scala di grandezza che va da 4 Km a 400 Km).


Fig. 1 _ La rotazione della base di una supercella è molto evidente. Foto di Lorenzo Catania (Livorno).