Trombe marine e tornado sull'isola di Saseno (Albania) nell'agosto 2002


foto e dati SU. Ugo Campagna
a cura di Mauro Giovannoni

Le foto seguenti sono state scattate nella prima decade dell'agosto 2002 dal Sottufficiale Ugo Campagna della Guardia Costiera durante una missione militare nell'isola di Saseno (Albania). Si è scelto di inserire l'episodio nello spazio dedicato ai tornado italiani per la vicinanza dell'isola alle coste pugliesi e per la conseguente importanza delle considerazioni climatologiche che possono essere desunte dall'analisi dell'evento.
Come lo stesso autore testimonia, nel corso della stessa giornata, uno sciame di trombe marine si abbatté sulla zona costringendo un peschereccio italiano a trovare riparo a ridosso dell'isola. Alcune trombe si sono spostate nel porto dove erano ormeggiate le nostre unità navali e, essendo approdate sulla costa, possono essere classificate come tornado.

Lo sciame di trombe marine si è probabilmente originato in un sistema temporalesco multicellulare, insistente sulla zona. Lo straordinario evento meteorologico si è consumato a partire dalle ore 11.40 circa.
Molto interessante, nell'analisi di queste foto, è notare come l'acqua interagisce con il vortice d'aria. Distinguiamo a riguardo la nube a imbuto, nel cuore del vortice, e la cosiddetta corona di spruzzi o cascata (cascade) che, come una guaina, circonda la proboscide fino (fatto abbastanza raro) alla base della nube temporalesca. Tutti e due questi elementi sono costituiti da goccioline d'acqua. Ma, mentre la cascata è generata dal sollevamento della schiuma dalla superficie marina, l'imbuto è frutto della condensazione di aria aspirata nel vortice, decompressa e quindi raffreddata. Si potrebbe quindi dedurre, ma è una conclusione che merita conferma, che , mentre le goccioline della corona di spruzzi sono di acqua salata, quelle dell'imbuto sono di acqua dolce.

L'isola di Saseno è situata a soli 75 km dalla costa italiana, in particolare dal territorio della provincia di Lecce. L'incidenza di forti tornado sull'estremità meridionale della Puglia è notevole. Le considerazioni climatologiche che abbiamo fatto nelle pagine precedenti, e che faremo nelle successive riguardanti questa zona, valgono quindi anche nell'analisi specifica di queste trombe d'aria albanesi.
Molto interessante a riguardo è l'articolo apparso sulla rivista National Geographic del mese di aprile 2004. Nell'analisi della distribuzione dei tornado nel mondo, non esistendo dati completi per tutti i continenti, si è adoperato un criterio per certi versi pertinente e quindi efficace. Ovvero, semplificando, sono state considerate come zone a rischio quelle nelle quali masse di aria superficiale calda e umida collidono con aria secca in quota. La presenza di catene montuose o vasti deserti è stata riconosciuta come l'elemento che può sottrarre all'aria gran parte della sua umidità.

Le aree più a rischio sono risultate, come è ben noto,le pianure degli Stati Uniti, le pianure dell'Argentina, Paraguay e Uruguay, e la parte orientale della Cina. Rispettivamente le Montagne Rocciose, la Cordigliera delle Ande e l'Himalaya, spostano in quota e privano di umidità grandi masse d'aria provenienti da Ovest o Nord-Ovest (da Sud-Ovest nell'America Meridionale).
Ma non è tutto: anche il versante adriatico italiano e quasi l'intero territorio occidentale dell'ex Jugoslavia sono considerate zone a rischio, ovviamente per gli stessi motivi orografici e di circolazione generale.

In particolare, secondo lo schema proposto sul National Geographic, l'aria caldo umida fluisce nell'Adriatico dal Mediterraneo Sud-Orientale e la catena montuosa di riferimento è quella Alpina. L'analisi ed il procedimento adottato, visti in un contesto globale, appaiono essere corretti. Ci sono però evidentemente dei fattori sottovalutati giacché i risultati ottenuti sono parzialmente contestabili. Il medio versante adriatico, secondo i dati climatologici finora acquisiti, appare essere il meno battuto in Italia dalle trombe d'aria. Giusta invece la considerazione dedotta per la Puglia. Stranamente non considerate aree a rischio il versante Tirrenico, dove si abbatte un gran numero di tornado deboli o moderati, e la Pianura Padana, interessata in passato anche da tornado devastanti (F4) o incredibili (F5).
Evidentemente negli anni a venire gli studi climatologici in corso, in via di completamento, forniranno nuovi elementi e variabili per rendere più completo lo studio di distribuzione.
In queste due immagini rare, ed eccezionalmente eloquenti, viene mostrato l'approdo a terra di uno dei tornado abbattutisi sull'isola di Saseno. Giunta sulla costa una tromba marina, tranne nel caso in cui si presenti di grande potenza, va incontro a decadimento sia per attrito che per l'insufficiente umidità che aspira dal basso.

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